Ancora oggi, le malattie cardiovascolari rappresentano le principali cause di morbosità, invalidità e mortalità in Italia (sono responsabili circa del 35% dei decessi, stando alle analisi del Ministero della Salute).

Pertanto, è necessario fin da subito fare attenzione ad un’adeguata prevenzione cardiovascolare, termine che sta ad indicare tutti gli accorgimenti intrapresi per modificare i fattori di rischio cardiovascolare.

Questi possono essere non modificabili, come età, sesso e familiarità: per esempio, dopo la menopausa, le donne sono più a rischio, non essendo più protette dagli estrogeni. Anche la genetica influisce in maniera determinante: soggetti con casi in famiglia di malattie cardiovascolari dovrebbero prestare maggiore attenzione alla prevenzione, anche in assenza di sintomi particolari.

Esistono anche fattori di rischio modificabili, legati a comportamenti e stili di vita, come il fumo, l’alcol, l’alimentazione scorretta, la sedentarietà, che spesso a loro volta causano diabete mellito, obesità, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa.

Compito del cardiologo sarà aiutare il paziente di qualsiasi età ad intervenire sui fattori modificabili ed evitare che il soggetto rientra in una fascia di rischio più alta.

La prevenzione cardiovascolare, quindi, non ha età o genere, può iniziare fin da giovani con l’acquisizione di abitudini sane: un’alimentazione corretta che segua il modello della dieta mediterranea, una regolare attività fisica, evitare il fumo e limitare il consumo di alcolici.

Inoltre, sottoporsi periodicamente ad un elettrocardiogramma (ECG) è semplice e veloce e può fornire indicazioni utili sulle proprie condizioni di salute, rivelando l’eventuale presenza di patologie anche in assenza di sintomi.
In conclusione, è consigliabile non aspettare situazioni di emergenza per sottoporsi ad un controllo e seguire sempre i consigli dello specialista in merito ad eventuali terapie da seguire, evitando l’automedicazione.

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