Sclerosi multipla: la riabilitazione rallenta la disabilità

La sclerosi multipla è una malattia degenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale. È caratterizzata da una reazione anomala delle difese immunitarie che attaccano alcuni componenti del sistema nervoso centrale scambiandoli per agenti estranei, per questo rientra tra le patologie autoimmuni.

Può presentarsi in vari modi, con sintomi che variano da persona a persona in base alla sede dell’infiammazione e alla sua entità. I sintomi più comuni con i quali si manifesta la sclerosi multipla sono: un costante senso di affaticamento, dolore, depressione, disturbi della coordinazione, spasticità, disturbi del linguaggio e disturbi cognitivi.

La sclerosi multipla rientra tra le patologie multifattoriali in cui più elementi possono essere coinvolti nella sua insorgenza. La ricerca delle cause e dei meccanismi è ancora in corso, ma al momento gli studi indicano fattori legati all’ambiente, all’etnia, ad una predisposizione genetica e altri agenti infettivi.

Ad oggi non esiste nessuna cura definitiva, ma è possibile, attraverso un percorso terapeutico mirato rallentarne la progressione e migliorare quindi le condizioni di vita del paziente.

La riabilitazione gioca un ruolo importante poiché contribuisce al rallentamento della disabilità e per fare questo è fondamentale che ci sia un approccio multidisciplinare, ovvero è importante che il paziente sia preso in carico da diverse figure professionali: il medico fisiatra, il logopedista, lo psicologo che daranno vita a percorsi riabilitativi personalizzati mirati al singolo paziente per un determinato periodo di tempo.

Secondo il Ministero della Salute sono circa 2,2 milioni le persone al mondo affette da sclerosi multipla e sempre secondo questi dati, aggiornati al 2019, sono 750 mila i malati in Europa e oltre 122mila in Italia.

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