SINDROME DA BURNOUT: COME AFFRONTARLA?

Ritmi di lavoro e di vita sempre più frenetici, oggi sono le cause di livelli di stress preoccupanti, al punto che possono diventare patologici e causare un vero e proprio “esaurimento da lavoro”.

In questi casi si parla di “sindrome da burnout”, un fenomeno che oggi riguarda un numero sempre più importante di lavoratori, al punto che l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, lo ha riconosciuto come una sindrome, inserendola nell’elenco dei disturbi medici.

Ma di cosa si tratta esattamente e quando preoccuparsi?

Il burnout da lavoro viene definito come una forma cronica di stress lavoro correlato. L’INAIL, a sua volta, definisce quest’ultimo come uno stress legato all’attività lavorativa che si manifesta quando le richieste dell’ambiente di lavoro superano la capacità del lavoratore di affrontarle, o controllarle.

Il lavoratore colpito da burnout sperimenta una sensazione di esaurimento mentale e fisico, si sente distaccato dal proprio lavoro, con pensieri cinici e negativi ad esso collegati. La sua produttività si riduce e, spesso, questa sensazione, si accompagna ad una mancanza di stima di sé e al senso di colpa per non aver rispettato ritmi e scadenze.
Questo quadro non deve essere sottovalutato e può accompagnarsi ad altre problematiche come disturbi d’ansia o depressivi.

Secondo una ricerca pubblicata dal Global Culture Report 2021, che ha coinvolto 40.000 professionisti, il Coronavirus ha causato a livello internazionale un incremento del burnout pari al 15%.

Anche la diffusione dello smart working ha incrementato i livelli di stress. Il rapporto sul benessere nel lavoro da casa 2022 di NFON ha coinvolto gli smart worker di sei Paesi europei.

A detta degli intervistati, nello smart working pesano soprattutto l’assenza di interazione sociale con i colleghi, la difficoltà a separare vita lavorativa dalla vita privata, lo stress “tecnologico” legato a problemi di connessione e dei device utilizzati e il fatto di essere costantemente contattabili.

Per questo, è necessario intervenire su più fronti, innanzi tutto sull’ambiente lavorativo e le cause dello stress in questione.

È necessario imparare a riappropriarsi dei propri spazi, stabilendo dei momenti di pausa e imparando a staccare ad intervalli regolari durante la giornata lavorativa.

Anche migliorare la postazione di lavoro con piccoli accorgimenti, quali una sedia ergonomica e supporti adeguati, può aiutare.

Prendersi cura di sé stessi aiuta a risollevare l’autostima: è importante assicurarsi di dormire un numero adeguato di ore per notte, circa 7-8, e prestare attenzione ad una idratazione adeguata e ad una alimentazione sana, per migliorare in generale il proprio benessere psico-fisico e la risposta dell’organismo alle difficoltà. L’attività fisica è fondamentale in questo quadro, per limitare l’effetto stressante dei fattori più critici.

Rivolgersi ad uno specialista per elaborare insieme un percorso di assistenza psicologica e di counseling è un ulteriore step per ristabilire il proprio benessere psicofisico, fondamentale non solo per migliorare le proprie performance professionali, ma anche, la propria qualità della vita.

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